L'aria che tira: conoscere l'ambiente attraverso gli OpenData


Inizia!

19 novembre 2016, Festival Glocal - Varese


Si parla spesso, soprattutto negli ultimi mesi, di tematiche relative all’inquinamento ambientale e a politiche per il miglioramento della qualità dell’aria, come nel caso degli incentivi per cittadini che acquistano auto meno inquinanti o amministrazioni che dispongono il blocco del traffico. Ma qual è la situazione attuale e com’è cambiata nel tempo? Un approfondimento attraverso gli OpenData per capire come sta cambiando la regione negli ultimi anni.

Continua...

La qualità dell'aria in Lombardia



L’indicatore più noto per valutare la qualità dell’aria è dato dalla concentrazione delle polveri sottili, il Pm10. La direttiva europea 2008/50/CE stabilisce in 50 microgrammi per metro cubo la concentrazione massima giornaliera consentita. Lo stesso documento specifica come questa soglia non può essere superata per più di 35 giorni l’anno. A misurare il Pm10 in Lombardia sono le centraline posizionate sul territorio regionale da Arpa. Il grafico mostra i valori medi mensili registrati dal 2007 ad oggi e raccolti nell'ambito del progetto di ricerca Arcipelago Area C (a cura di Enrico Engelmann e Andrea Trentini).
Si vede bene come:

  • Le concentrazioni siano più alte durante l’inverno, quando alle polveri sottili emesse dalle auto si aggiungono quelle prodotte dagli impianti di riscaldamento, e più basse nei mesi estivi.
  • Negli ultimi anni i valori medi massimi raggiunti durante l’inverno siano in calo.

Per affrontare il problema, Regione Lombardia ha emesso delle Misure di limitazione per migliorare la qualità dell'aria, un provvedimento che riguarda 570 comuni. Questi ultimi sono stati suddivisi in due fasce. Per entrambe vige il blocco, dal 15 ottobre al 15 aprile, di tutti i veicoli a benzina Euro 0 e per i diesel di classe Euro 2 o inferiori. Nei comuni di fascia 1 già da quest’anno si sarebbe dovuto estendere il divieto di circolazione ai veicoli a gasolio Euro 3. Una misura che non è stata applicata, si legge sul sito della Regione, «in ragione della mancanza della disponibilità di risorse statali per il sostegno economico della misura». La normativa prevede anche altre misure, come l’obbligo di spegnere il motore dei veicoli impegnati in operazioni di carico e scarico.


Le automobili in circolazione sulle strade della regione



Come detto, dal 15 ottobre al 15 aprile le auto a benzina Euro 0 e quelle diesel fino all’Euro 2 non possono circolare nei comuni di fascia 1 e 2. Ma di quante automobili si tratta? Secondo il portale open data di Regione Lombardia, ad ottobre 2016 erano più di 8,3 milioni le auto immatricolate sul territorio lombardo. Non tutte, però, devono rimanere in garage durante l’inverno. Si tratta di 494mila vetture a benzina e di 407mila alimentate a gasolio, per un totale di oltre 900mila veicoli che, da metà ottobre a metà aprile, dovrebbero “sparire” dalle strade. In pratica, una macchina su otto. Sulla mappa è possibile visualizzare, comune per comune, la percentuale di automobili interessate dal provvedimento. Il colore vira verso il rosso quando si supera la media regionale.

Gli open data a disposizione sul portale regionale consentono anche di effettuare un raffronto con la situazione degli ultimi due anni, così da verificare se sia in atto un ricambio del parco auto che vada nella direzione di veicoli più moderni e, quindi, meno inquinanti. La risposta a questa domanda è sia positiva che negativa. Positiva perché dall’ottobre del 2014 allo stesso mese di quest’anno si assiste ad un incremento delle auto Euro 6, passate da appena 65mila a più di 465mila. In crescita anche le Euro 5. Ciò che si nota, questa la parte negativa della risposta, è che questo aumento dei veicoli meno inquinanti non si traduce in una riduzione di quelli più dannosi per l’ambiente. Detto altrimenti, i dati parlano di un calo delle auto comprese tra la classe 4 e la classe 2. Resta invece sostanzialmente stabile il numero di mezzi euro 0 ed euro 1. Si tratta automobili vecchie almeno di vent’anni (la classe euro 2 fu introdotta nel 1995), ma che pure continuano a circolare per le strade di Lombardia.


Le caldaie che scaldano le case lombarde



Secondo un recente studio del Politecnico di Milano e Arpa Lombardia, presentato all’ultima edizione del Forum Energia di Milano, il riscaldamento domestico sarebbe responsabile dell’emissione del 30% delle polveri sottili. Non tutte le caldaie, però, sono uguali. Gli impianti alimentati a gasolio o a legna hanno un impatto decisamente più pesante rispetto a quelli a metano. Già, ma quante sono? Il portale open data di Regione Lombardia riporta i dati relativi alle revisioni sulle caldaie effettuate tra il 2012 ed il 2014. Non si tratta, dunque, della totalità degli impianti. Ma intanto permettono di verificare quanto incidano gasolio e legna. Tra gli oltre 1,6 milioni di caldaie sottoposti a revisione, poco più di 14mila sono alimentati con i due combustibili più inquinanti. Si tratta di poco meno dell’1% del totale degli impianti revisionati. La mappa mostra, comune per comune, la percentuale di quelli alimentati a gasolio e legna. Il colore vira verso il rosso quando si supera la media regionale. Il rosso più scuro indica i comuni nei quali si supera il 10%.